Il segretario della sezione: «Non c'entriamo ma se è uno di noi sarà cacciato»
Veltroni: «Via da Facebook lo slogan razzista della Lega di Mirano»
«Tortura gli immigrati clandestini». Tra gli 'amici' anche Bossi. Cota: «Truffa, l'autore si spaccia per leghista»
<table class="foto-v-left" align="left" width="1"> <tbody><tr> <td>
</td> </tr> <tr> <td>Lo slogan apparso su Facebook</td> </tr> </tbody></table> MILANO - L'hanno usata come immagine del profilo. Il simbolo della Lega Nord e, in basso, lo slogan: «Immigrati clandestini, torturali. È legittima difesa». La frase choc è apparsa su Facebook, in un profilo che sembra essere quello della sezione di Mirano (Venezia) della Lega Nord. Ma i responsabili locali del partito di Umberto Bossi fanno sapere che loro non c'entrano. Anzi: considerano quel profilo uno «scherzo di cattivo gusto» se non, addirittura, una «polpetta avvelenata». La vicenda è però finita all'attenzione delle cronache, anche perché nei giorni scorsi già aveva fatto scalpore la scoperta della presenza, sempre in Facebook, di un gioco online dall'eloquente titolo «Rimbalza il clandestino», attribuito al figlio del Senatùr, Renzo Bossi, poi
rimosso dopo le polemiche sollevate.
LA DENUNCIA - L'«Osservatorio Antiplagio», blog di vigilanza sulla tv e sui media, ha scritto una lettera al presidente della Camera, Gianfranco Fini, al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, alla polizia postale e alla Guardia di finanza per denunciare la vicenda. «Tra gli oltre 430 amici del gruppo - si legge - compaiono un centinaio di link di circoli della Lega Nord sparsi in tutta Italia, compreso quello di Milano, e di due parlamentari leghisti: il leader, nonché deputato e ministro delle Riforme, Umberto Bossi, e il capogruppo alla Camera dei deputati, Roberto Cota. L'adesione di esponenti della maggioranza di governo a un gruppo xenofobo fa piena luce sulle nuove norme anti-immigrazione. E conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che la fine degli extracomunitari nei lager di ''accoglienza'' di Gheddafi o il loro annegamento in mare sono auspicati anche da rappresentanti delle istituzioni».
L'ATTACCO DI VELTRONI - Dura anche la denuncia di Walter Veltroni. «Aprendo Facebook ho visto un'email inviatami da un'amica di Brescia - scrive l'ex segretario del Partito democratico - è la foto che la sezione di Mirano della Lega Nord usa come immagine di profilo. È un manifesto con il simbolo della Lega e sotto la scritta 'Immigrati clandestini, torturarli è legittima difesa'. Io credo che questo sia inaccettabile - sottolinea Veltroni -. È contrario ad ogni forma di civiltà, prima ancora che alla nostra storia e alla nostra tradizione di emigranti». Veltroni annuncia: «Chiederò al ministro Maroni di adoperarsi perché venga immediatamente cancellato».
COTA: «È UNA TRUFFA» - Ma la pagina "leghista" su Facebook sarebbe in realtà una truffa. Lo dice il capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota: «Ancora una volta stiamo assistendo a un circuito mediatico impazzito, che si muove con la complicità di chi gioca a mistificare la realtà. L'amicizia su Facebook si dà in buona fede a centinaia di soggetti ogni giorno e non si può in alcun modo essere responsabili delle condotte altrui. In questo caso siamo di fronte a una vera e propria truffa, perché qualcuno si è spacciato per leghista, intestando una pagina Facebook a una sezione della Lega che abbiamo verificato non corrispondere; oltretutto è stato utilizzato per questa pagina un manifesto patacca (evidentemente ritoccato graficamente) che la Lega non ha mai ideato, né tantomeno stampato. Detto questo, probabilmente esiste un problema di regole. Io ho ovviamente fatto rimuovere subito l'amicizia a questa fantomatica pagina e segnalato la truffa al gestore. Lo stesso farà Umberto Bossi». E proprio
Bossi, in serata, ha perso le distanze da quella pagina.
«PRONTI A CACCIARLO» - E, come detto, si difendono anche i responsabili della Lega di Mirano. «Non abbiamo una sede figurarci se abbiamo un computer - commenta Fabiano Dalla Venezia, numero uno del Carroccio nella cittadina veneta - e quindi tanto meno un sito, tant'è che siamo reperibili solo attraverso quello ufficiale della Lega della provincia di Venezia». «Io stesso non uso Facebook - aggiunge - e credo che quello che è apparso in rete sia uno scherzo di cattivo gusto se non qualcosa di peggio. Quello manifestato in rete è un atteggiamento - sottolinea - che è lontano dal nostro modo di fare politica; la logica dell'insulto non ci appartiene. Di certo c'è che faremo delle indagini per capire chi è stato e se dovessi scoprire che è iscritto alla Lega non c'è dubbio che lo allontanerò all'istante».