En Italia la crisis tiene que ser tal, que hasta los nobles se están haciendo sicarios al servicio de la Mafia

Arturo Bloqueduro

Será en Octubre
Desde
10 Ago 2009
Mensajes
98.285
Reputación
68.941
Matteo, el aristócrata y jugador de polo sicario de la mafia: disparó a un hombre por 30.000 €
El noble italiano de 38 años de edad ha sido arrestado por colaborar, supuestamente, como malo en una banda de narcotraficantes italiana.

Cuando hablamos del polo probablemente no podamos imaginar que pueda tener mucha relación con los mundos que rodean a la mafia italiana. Sin embargo, Matteo Costacurta, joven descendiente de una familia noble del país tras*alpino y ex jugador del Roma Polo Club (club de polo más prestigioso de Italia), ha hecho de esa inimaginable relación una realidad al adentrarse de lleno en el mundo de la mafia y ser acusado de disparar y herir a un hombre que podría haber estado extorsionando a un amigo suyo.

Según las acusaciones que están surgiendo en torno a la figura de Costacurta, podría haberse relacionado con viejos miembros de los Núcleos Armados Revolucionarios, un grupo terrorista de derecha. Tras haber sido detenido, el juez que ordenó dicha detención afirmó del italiano que muestra una "malicia que parecía ir más allá de los objetivos económicos de su actividad delictiva”.

El golpe por el que se acusa a Costacurta pretendía acabar con Alessio Marzani, que pedía recompensas por ocultar drojas y guardar silencio. El noble habría aceptado 30.000 euros por participar en la operación afirmando lo siguiente al ver a la víctima: "Tiene una cara de cosa. No durará mucho. No puedo esperar para llevar a cabo la misión".

La misión siguió adelante y Marzani fue herido en el pecho y el brazo por un hombre armado, del que finalmente logró escapar para salvar su vida, escondiéndose en un edificio gracias a la colaboración de un residente que le abrió la puerta. Este caso ha permitido profundizar en la investigación de la banda, de la que ya se ha extraído que se trata de “una organización generalizada con probables objetivos subversivos” en la que también participó como organizador del golpe el exfutbolista Alessandro Corvesi.

Las palabras del entorno
El entorno de Costacurta no ha tardado en dar sus diferentes versiones sobre el verdadero ser que se esconde detrás del noble jugador de polo. "Desde los 14 años fue a la escuela con una pistola, para protegerse de los enemigos de izquierda", dijo el exmiembro de los Núcleos Armados Revolucionarios, Massimo Carminati, sobre la juventud de Costacurta.

Por otra parte, el abogado de Costacurta ha desplegado un punto de vista completamente distinto para hacer ver que el noble italiano había cambiado la extrema personalidad de su juventud. "Costacurta ha estado recientemente en África con las monjas que trabajan en los proyectos de la Comunidad de San Egidio. ¿Ese parece el perfil de un malo?", afirmó al Corriere della Sera el abogado Marco Franco.

Sin embargo, esta afirmación del abogado de Costacurta no ha tardado en ser desmentida por Paola Germano, persona encargada de coordinar las actividades de la caridad católica en África. “En general, la gente viene a través de mí, y no es alguien que yo conozca”, fueron las palabras de Germano, dejando entrever que Costacurta realmente no habría estado en África.
 
Solo los usuarios registrados pueden ver el contenido de este tema, mientras tanto puedes ver el primer y el último mensaje de cada página.

Regístrate gratuitamente aquí para poder ver los mensajes y participar en el foro. No utilizaremos tu email para fines comerciales.

Únete al mayor foro de economía de España

 
Solo los usuarios registrados pueden ver el contenido de este tema, mientras tanto puedes ver el primer y el último mensaje de cada página.

Regístrate gratuitamente aquí para poder ver los mensajes y participar en el foro. No utilizaremos tu email para fines comerciales.

Únete al mayor foro de economía de España

 
Solo los usuarios registrados pueden ver el contenido de este tema, mientras tanto puedes ver el primer y el último mensaje de cada página.

Regístrate gratuitamente aquí para poder ver los mensajes y participar en el foro. No utilizaremos tu email para fines comerciales.

Únete al mayor foro de economía de España

 
Solo los usuarios registrados pueden ver el contenido de este tema, mientras tanto puedes ver el primer y el último mensaje de cada página.

Regístrate gratuitamente aquí para poder ver los mensajes y participar en el foro. No utilizaremos tu email para fines comerciales.

Únete al mayor foro de economía de España

 
L’uomo dei cavalli, con la passione per il polo e le proprietà nell’Olgiata super-chic. Una moglie dagli occhi azzurri come il mare e il profilo aristocratico. Esattamente come lui, le cui origini nobiliari gli sono state tramandate dal padre, nato in Veneto da una rinomata famiglia. Una casa da abitare a Roma Nord, le feste giuste da vivere in estate a Porto Cervo. Il profilo è quello di un uomo fortunato, economicamente protetto (almeno all’apparenza), interessante, ma dalle passioni, si direbbe senz’altro, insane. Se si volesse azzardare un parallelismo cinematografico il suo personaggio è molto simile al “Nero” del film “Romanzo Criminale”: un uomo, con i suoi “credo”, che uccide su commissione, a sangue freddo. «Non vedo l’ora di portare a termine l’incarico». Si fomenta così Matteo Costacurta, classe 1984, quando Alessandro Corvesi, il sodale di Elvis Demce - uno degli albanesi che ha scalato la criminalità romana - gli fa vedere la foto dell’uomo che deve essere ammazzato.


Salvatore Casamonica, condannato a 18 anni il narcos del clan: doveva importare 7 tonnellate di cocaina dal Brasile



L’AGGUATO



È il 2020 e nella Capitale, quartiere Acilia, si programma un agguato mortale. La vittima prescelta è un romano, Alessio Marzani, classe 1976, che dopo essersi fatto un anno di carcere - perché trovato in possesso di un ingente quantitativo di droja - non riceve la “stecca” che il presunto proprietario di quello stupefacente, Daniele Gallarello, gli avrebbe dovuto dare per il semplice fatto di esser riuscito, proprio con il suo silenzio, ad evitare le sbarre. Così, quando il “bersaglio” torna libero, va a battere cassa ma Gallarello, che pure inizia a pagare, perde la pazienza, non sopporta l’atteggiamento e pertanto chiede al duo Corvesi-Demce di risolvergli il problema, eliminando il suo “esattore”. L’albanese non si tira indietro, sa già a chi rivolgersi ma chiede 45 mila euro per il lavoro: 5 mila per le spese vive (recupero del mezzo per eseguire l’agguato e per trovare il ferro, ovvero l’arma) e le restanti 40 mila da dividere tra il killer e chi avrebbe guidato la moto durante l’omicidio.




Daniele Carlomosti e Romina Faloci, le bande di Roma terrorizzate dai narcos. «Sgozziamo tua progenitora»

IL PERSONAGGIO



Qui entra in gioco Costacurta, passato ombrato nonostante la vita da copertina, con frequentazioni nell’estrema destra e in quella Roma che un tempo fu il “fortino” di Massimo Carminati e poi di Fabrizio Piscitelli. Il killer non lo fa per professione ma come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Andrea Fanelli mostra «una malvagità che appare addirittura trascendere le finalità economiche della propria attività criminale». Il carcere per tutti i cinque protagonisti della vicenda è arrivato al termine dell’attività del Nucleo investigativo della Gruppo dei carabinieri di ostra che ha fatto luce sull’agguato, poi fallito, avvenuto ad Acilia nell’ottobre 2020 quando proprio Marzani fu raggiunto da diversi colpi salvandosi miracolosamente. A comandare il suo omicidio fu Gallarello ma a trovare il killer è stato Elvis Demce e Corvesi.

Quest’ultimi sono già in carcere per quella maxi operazione sui traffici di droja nella Capitale svelata, sempre dai carabinieri, dopo che sono state bucate dalle forze dell’ordine francesi le chat criptate Sky-Ecc dentro cui si annidano i segreti della mala romana e dettagli sui mandanti di omicidi “eccellenti” a partire da quello di Diabolik, freddato il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti. Ecco allora Matteo Costacurta, soprannominato il “principe” per via delle sue origini nobiliari. Quando Corvesi gli fa vedere la foto di Marzani, il “principe” commenta così: «ha una grandissima faccia di m....», «Durerà poco». Sembra quasi che gli prudano le mani perché aggiungerà di non vedere «l’ora di portare a termine l’incarico».








killer cavallo_01114829.jpg



E solo per quella fortuna, che a volte salva anche i disgraziati, la vittima benché colpita a pochi centimetri dal cuore si salverà. Ma quello che colpisce di più è la vita del “principe”. Pur legato agli ambienti di una mala specifica - quella di Demce e probabilmente anche di Piscitelli, considerati i rapporti tra l’albanese e Diabolik - Costacurta non ha apparentemente necessità economiche tali da macchiarsi di un omicidio. È figlio unico, suo padre appartiene ad una famiglia nobiliare, lui abita a Roma Nord, è titolare di un bed&breakfast che dista un chilometro appena dalla Basilica di San Pietro, è amministratore di una società chiamata “Polo” e in base alla consultazione del portale Info-Camere gli inquirenti hanno accertato che Costacurta - è scritto nell’ordinanza del gip - risulta «socio-titolare della Roma Polo Club» che si occupa della «promozione ed esecuzione dello sport dilettantistico e del gioco del polo».

Roma, una camera della tortura per chi non pagava i debiti. Blitz carabinieri, 14 arresti per estorsione e droja

Uno dei circoli più esclusivi della Capitale e tra i più antichi d’Italia. Inoltre possiede a Roma diversi appartamenti tra cui alcuni all’Olgiata. Il valore complessivo? Superiore al milione di euro. Eppure Costacurta si eccita quando lo chiamano per freddare un uomo alla periferia sud di Roma per ricevere indietro appena 20 mila euro: «Non vedo l’ora di portare a termine l’incarico». Nel suo trascorso, frequentazioni di estrema destra a parte, si contano due condanne definitive per detenzione illegale di armi e munizioni (un anno e 6 mesi) e per lesioni personali dolose e danneggiamento (2 anni e 8 mesi con rito abbreviato). Demce parlando del “principe” con un uomo non meglio identificato ipotizza che abbia difficoltà economiche e che la vita patinata sia soltanto una copertura: «Qualcosa gli manca per davvero se davvero è così gli manca qualcosa davvero eh. Ce l’ha qualche problema serio». Dei cinque protagonisti, quattro sono accusati di tentato omicidio e uno di estorsione.
 
Volver